testimonianze

Due testimonianze molto intense vissute dai ragazzi dei licei Don Bosco il 31 gennaio durante la tradizionale festa di Don Bosco. La tanto attesa ricorrenza non è stato solo un momento di divertimento ma anche un’occasione di riflessione e condivisione.

Una testimonianza dal Senegal

Il primo ospite è stato un giovane ragazzo senegalese di diciannove anni che ha raccontato ai suoi coetanei il viaggio intrapreso per arrivare in Italia. Aveva solo 13 anni quando è fuggito dal suo paese e la sua adolescenza è stata molto diversa da quella dei ragazzi italiani. Orfano di entrambi i genitori, ha iniziato giovanissimo a lavorare per guadagnare i soldi necessari a fuggire dalle guerre e dalla barbarie locale. Ha affrontato la fame, la violenza e la crudeltà umana, lo sfruttamento e le malattie perché voleva una vita più sicura e dignitosa. Solo a sedici anni è riuscito ad approdare in Italia dove studia per crearsi un futuro migliore sostenuto dall’associazione VIDES, (associazione promossa dalle Figlie di Maria Ausiliatrice – Salesiane di Don Bosco).

Le domande dei nostri studenti sono state molte e le toccanti risposte del giovane coetaneo li hanno fatto comprendere la fortuna e i privilegi di cui possono godere nella società in cui sono nati.

La scuola, l’istruzione, avere una famiglia su cui contare e degli amici con cui passare un’adolescenza spensierata sono regali preziosi che troppo spesso vengono sottovalutati e non apprezzati con coscienza e riconoscenza.

La testimonianza delle suore francescane dei poveri: “Scendi nel mondo e guardati attorno!”

Protagoniste della seconda testimonianza sono state due suore delle Francescane dei poveri che donano una nuova dignità alle donne, molte delle quali minorenni, vittime di tratta. Una realtà che la maggior parte degli adolescenti sente lontana e quindi non degna di attenzione. Il compito degli educatori e delle scuole è anche quello di “far aprire gli occhi” su realtà tragiche. Prenderne consapevolezza vuol dire iniziare ad essere vigili, imparare a non essere indifferenti ed essere creatori e diffusori di una “nuova mentalità”.

Molte giovani donne straniere sono allontanate dalla loro famiglia con l’inganno e costrette a vendere il proprio corpo subendo violenze e umiliazioni. Ferite indelebili che perforano l’animo irrimediabilmente.

Conoscere realtà così crudeli non può lasciare indifferenti; diffondere le testimonianze è un modo per denunciare le oscenità subite dalle vittime, diventare costruttori del bene comune, essere attenti ed incisivi sul nostro territorio.

L’8 febbraio è la Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani e i nostri liceali sono invitati ad un momento di formazione e di preghiera venerdì sette febbraio all’Arcella. La sensibilizzazione è la prima arma per combattere lo sfruttamento e le scuole devo scuotere le coscienze dei giovani, calarli nella realtà e renderli costruttori di pace e speranza, protagonisti di quel cambiamento che vogliono vedere nel mondo.