
Pensare, sognare, osare. Tracce di intraprendenza educativa.
In questo tempo di quiete e di riflessione, la mente coglie l’occasione di ripercorrere l’anno scolastico appena concluso e di trovare nuovi spunti e nuove modalità per progettare al meglio l’anno venturo.
In particolare, alcune esperienze formative vissute da docenti del nostro Istituto hanno offerto l’opportunità di riscoprire le origini del progetto educativo e dei valori che ci guidano quotidianamente, di nutrire mente e spirito con buone pratiche del passato e del presente e di esplorare nuovi approcci metodologici alla didattica.
Esperienze formative
La prima esperienza ha visto come protagonista un gruppo di docenti delle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Triveneto in cammino verso i luoghi di Don Bosco e di Madre Mazzarello.
“Di campane, finestre e scarponi” è il racconto dì questa esperienza formativa che desideriamo condividere con voi.
La seconda esperienza, a cui ha aderito il nostro Istituto, ha avuto un respiro più ampio: si tratta del Convegno Nazionale promosso dal CIOFS Scuola FMA ETS, dal titolo “Alle radici del futuro. A scuola con intraprendenza”.
Nella cornice di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, direttrici, coordinatori e personale delle Scuole Salesiane FMA, provenienti da tutta Italia, si sono interrogati su come declinare oggi il concetto di intraprendenza nella scuola.
Suor Marilisa Miotti, allora presidente uscente del CIOFS, ha aperto il convegno sottolineando che l’intraprendenza non è solo un fare, ma anche un pensare, un sognare, un osare.
Come nella prima esperienza, anche in questo caso il punto di partenza è stato il valore della memoria.
Napoli, infatti, riveste un significato speciale per la storia delle Figlie di Maria Ausiliatrice: all’inizio del Novecento, esse offrirono il loro contributo alla città accogliendo e accudendo gli emigranti “scartati” nel porto — per lo più donne e bambini — bisognosi di assistenza temporanea, in attesa di partire o di fare ritorno a casa.
Una risposta concreta a un bisogno reale e urgente.
Che cosa insegna a noi docenti questa storia d’ intraprendenza?
Ci insegna che è fondamentale partire da una lettura attenta del contesto, non solo scolastico, ma anche sociale, in una realtà veloce e spesso sfuggente come quella in cui viviamo.
Significa saper individuare i bisogni di una classe e dei singoli alunni, guidarli nella costruzione di un pensiero critico e positivo, aiutarli a tradurre le idee in azioni concrete, a sviluppare relazioni autentiche, a collaborare e a diventare protagonisti attivi della scuola e attori di cambiamento nel mondo che già abitano.
Ma affinché ciò accada, è necessario che anche l’insegnante sia intraprendente: sappia lavorare in sinergia con i colleghi, dialogare con le famiglie, costruire reti e collaborazioni anche fuori dall’aula.
A partire da questi stimoli, abbiamo costituito gruppi di lavoro impegnati in una progettazione per competenze, capace di rispondere alle reali esigenze dei nostri alunni.
Da tutti i tavoli è emersa una necessità comune: insegnare a gestire l’incertezza, offrire strategie per affrontare il fallimento come parte naturale del processo di apprendimento, e aiutare gli studenti a diventare più resilienti e adattabili al cambiamento.
Questo ci ha portato a riflettere anche sul tema della valutazione, grazie all’intervento del Prof. Alessandro Sacchella, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: una valutazione che, come suggerisce la parola stessa, dia valore al discente, lo accompagni nella comprensione di sé, favorisca l’autostima e l’autoefficacia, e fornisca feedback orientati al progresso personale.
Una valutazione che aiuti a capire dove andare e, soprattutto, a come fare da soli.
Il Sistema Preventivo
Come ha affermato la pedagogista Sr Mara Borsi, il Sistema Preventivo si conferma così un metodo educativo aperto, in costante relazione con il territorio, capace di dialogare con diverse prospettive pedagogiche e di riconoscere e valorizzare la differenza.
Tali caratteristiche ne permettono l’attuazione anche attraverso il confronto con altre visioni educative, come il principio dell’accettazione incondizionata di Carl Rogers, l’I care di don Milani e lo scaffolding di Bruner.
L’intraprendenza è cinetica: richiama movimento, velocità e connessioni.
Ma senza lo stare, la lentezza e il silenzio non c’è il tempo per lasciare sedimentare e per trovare soluzioni creative alle criticità.
Sr Mara Borsi, infatti, ci ha invitati a vivere bene il tempo perché immaginare cose diverse e farle insieme richiede tempo, richiede la riappropriazione del tempo attraverso il contatto con la natura, il camminare nei luoghi della vita, il silenzio attivo, lo stare con sé stessi.
Solo così possiamo maturare un’attenzione nuova, contemplativa, verso la realtà che ci circonda e imparare a leggere il contesto per capire i bisogni dei nostri ragazzi.
Vi lasciamo con la parola di Suor Marilisa Miotti, il cui augurio ci guida verso il futuro.
“Auguro sguardo acuto nel visibile e nell’invisibile, per incontrare ciò che apre alla vita.”