Mancano pochi giorni alla data tradizionale in cui festeggiamo il Natale, ma… quanto manca al cuore?

Quanta strada dobbiamo fare per arrivare alla grotta di Gesù che nasce?

Questa potrebbe essere la domanda che ci prende quando, in questi giorni, pensiamo a quello che capita intorno a noi, ad una guerra che da mesi riempie le nostre case e di cui facciamo esperienza diretta nelle incertezze e difficoltà che ne conseguono.

Per vivere il Natale, il nostro cuore ha bisogno di altro: di fatti annunciatori di vita e di speranza.

Le storie, che il vangelo racconta in questi giorni preparatori al Natale, ci narrano fatti stupendi.

Ci parlano di uomini e donne che si amano, ma ormai anziani hanno perduto la speranza di avere un figlio e Dio, a cui nulla è impossibile, lo annuncia loro e lo dona.

Così è stato per Elisabetta e Zaccaria, genitori di Giovanni il Battista.

Oppure di giovani a cui il Signore concede in modo inatteso di diventare padre e madre: così è stato per Maria e Giuseppe, genitori di Gesù, il Figlio di Dio.

Il miracolo avviene là dove le persone si amano e, amandosi, fanno spazio nel cuore e nella vita ad un ‘Terzo’ che viene dal cielo, che è sempre e comunque dono.

Il ‘Terzo’ è anche chi ci passa accanto e ci sfiora appena oppure chi ci provoca ed il cui modo di fare ci disturba, ci esaspera, provando la nostra pazienza.

Il Natale ci ricorda che possiamo essere protagonisti di una meravigliosa rivoluzione: “dall’io al noi”.

Dal bisogno mio a quello di chi ci sta accanto.

E ci scalderà il cuore il sorriso di chi accoglierà stupito una gentilezza inattesa, uno sguardo più interessato, una benevola attenzione.

Sì: Natale verrà quando il ‘Terzo’ sarà di casa nel nostro cuore.

A nome della Comunità religiosa del ‘Don Bosco’, a voi tutti genitori, docenti, alunni, collaboratori e amici l’augurio affettuoso di un vero Natale.

Sr Daniela Faggin