Entrare in una classe è come addentrarsi in un fitto bosco: tutti gli alberi sembrano uguali.
Poi quando ci si abitua alla poca luce ci si accorge che non c’è un albero uguale ad un altro.
Ci sono quelli che svettano in alto, quelli all’apparenza più robusti, quelli caduti, quelli aggrappati ad altri più grandi, quelli colpiti da un fulmine e sradicati dal terreno, quelli con maggiore spazio intorno e quelli stretti stretti e quasi soffocati da altri più grandi.
Entrare in classe è la sfida di riconoscere in ogni albero il suo ruolo nel bosco.
Perché è risaputo che ogni radice contribuisce a “sostenere” la montagna.
Si parla spesso del ruolo difficile della Scuola in questi ultimi anni.
Come siano cambiati i ragazzi, come siano esigenti i genitori e delle innumerevoli “incompetenze” da parte del corpo insegnante, che viene spesso criticato senza tuttavia essere supportato.
Gli ultimi due anni scolastici la pandemia ha decimato le speranze dei ragazzi e fatto a pugni con la loro voglia di vivere.
Ma la DAD, acronimo che ormai tutti conosciamo, è stata particolarmente dura anche per gli insegnanti che si sono dovuti reinventare un nuovo modo di fare scuola, di stimolare e motivare con una luce nuova: lo schermo del computer.
I nostri alberi sembravano piccoli ramoscelli scossi dal vento.
Diceva Don Milani: “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.
Questa frase è stato il motto di molti insegnanti in tempo di pandemia, perché tutti, ragazze e ragazzi erano “malati”, ramoscelli in bilico.
È stata una gran fatica, ma ce l’abbiamo fatta.
Ma la scuola è sempre una sfida per un insegnante, una fantastica sfida, che nasconde anche qualcosa di magico.
Qualche volta ci vorrebbe veramente la bacchetta magica quando si presentano problemi insormontabili, ed è qui che entra in gioco la fantasia.
Troppo spesso si è portati a credere che creatività e fantasia siano legati indissolubilmente all’arte, non è così.
Trasmettere le conoscenze di ciascuna disciplina ha mille sfaccettature.
Non sono solo contenuti che si suppone che ogni insegnante abbia acquisito nel percorso universitario, contenuti di discipline scelte per interesse e passione individuali.
La magia sta nel proporli in modo corretto ed adeguato a chi sta iniziando a costruirsi il bagaglio culturale che gli/le permetterà successivamente di fare delle scelte importanti.
Non siamo infallibili, ma siamo appassionati.
E riconosciamo la nostra fragilità quando non riusciamo a scorgere il guizzo giusto in un alunno o alunna: perché ogni ragazza o ragazzo il guizzo ce l’ha, solo che a volte è molto nascosto o mimetizzato da comportamenti non sempre apprezzabili.
Questa è la nostra grande sfida, quella che dà un senso al nostro lavoro, che ci ha sostenuto durante la DAD, che ci ripaga di fatiche e incomprensioni da parte di alcuni genitori: dare la spinta giusta per fare in modo che ogni ragazza e ogni ragazzo diventi l’albero forte e robusto che svetta verso la luce.
Prof.ssa Sandra Marcolongo (insegnante c/o Istituto Don Bosco di Padova per 22 anni)