“Ogni momento di tempo è un tesoro, ed ogni momento che impiegherai bene sarà un tesoro che guadagnerai.”

San Giovanni Bosco

Covid-19: mai sigla è stata più ripetuta. La pandemia, abbattutasi sull’umanità in questi mesi, pare ci abbia bloccati non solo nelle nostre case. Ha bloccato idee, volontà, progetti, e soprattutto ci ha chiusi fisicamente e mentalmente dentro una bolla, immobilizzati dentro una paura e un terrore che non eravamo abituati ad avere. L’idea del “non mi appartiene”, del “non mi tange”, oggi non ha più valore, non può consolarci. È interessante come un piccolo virus abbia eliminato differenze, disuguaglianze sociali, rendendoci tutti indistintamente fragili.

Il tempo a cui siamo abituati

Le epidemie, che nel passato avevano sconvolto vite sconosciute ignare di cosa fosse il progresso e la vita in genere, ci avevano illuso di essere “al riparo”, di essere “immuni da”, ma ci sbagliavamo. Siamo veramente oggi così lontani da quegli uomini, da quel mondo che nel 1918-20 visse la tragedia della febbre spagnola?

Siamo abituati fin da piccoli a pensare di poter disporre del tempo che abbiamo, grazie alla nostra capacità di progettare il futuro, possiamo anche scegliere di “risparmiare tempo” in vista di scopi più importanti. Ma non raramente diciamo che il tempo ci “viene a mancare”, che “ci scivola tra le dita”, che non abbiamo tempo per fare qualcosa. Assistiamo all’avvicendarsi del giorno e della notte, al susseguirsi delle stagioni, al succedersi delle generazioni, alla brevità dell’esistenza individuale; a volte vorremmo arrestare il tempo per prolungare i momenti felici, a volte il tempo è troppo lungo e non passa mai. Sospinti dal silenzioso scorrere del tempo che ci incalza di continuo, viviamo di distinzioni. Siamo costretti a scegliere, a preferire qualcosa a favore di qualcos’altro.

L’esperienza di un tempo nuovo

Oggi c’è poco da scegliere: chiusi nelle nostre case, riscopriamo un’altra vita, meno materiale e più relazionale. Condividiamo con chi ci sta a fianco l’esperienza di un tempo nuovo, rallentato, dove anche le piccole cose assumono un altro sapore. Straniti in giornate quasi interminabili, ritroviamo del tempo per noi, per dedicarci a cose all’apparenza banali, ma che invece ci ritornano un’immagine nuova di noi stessi. Più genuina.

Guardando il mondo esterno attraverso finestre digitali, ci godiamo l’effimera illusione di essere insieme, ma non è così, ci mancano gli abbracci veri, le strette di mano e le pacche sulle spalle di chi è vicino, ma irraggiungibile.

E se noi siamo le nostre azioni, se “definiamo” il nostro tempo, niente succede per caso. Va semplicemente guardato dall’angolazione giusta.

E se tutto quello che stiamo vivendo sia in realtà portatore di bene? Sia esperienza che insegna? Sia occasione di sperimentare nuovi punti di vista? E se dietro a questo dolore e a questa reclusione forzata, a questa cattività che pare senza fine, ci fosse del nuovo da riscoprire? Un nuovo punto di vista da cui guardare la nostra vita?

Dalla sofferenza si impara, si può farne tesoro e crescere.

In tempo di crisi, dove ogni cosa superflua cade, dove si possono tirare le somme, si scopre quanto si è perso e quanto si può guadagnare.

Da un tempo di attesa, ad un tempo di Resurrezione!

E se è vero che la quaresima è tempo di attesa, ma anche di conversione e di preparazione a Cristo che risorge, mai come quest’anno siamo chiamati a viverla appieno.

Volenti o meno dobbiamo fermarci, guardare dentro alle nostre vite, tirare le somme, fare bilanci, e ristabilire le priorità. Godere di ciò che è semplice, di silenzi, sguardi, condividere gesti ed emozioni, senza per forza dover accumulare, costruire, investire…Che lo si voglia o meno, ne usciremo cambiati, diversi.

Pasqua quest’anno avrà un sapore diverso, forse riusciremo a viverla veramente, con chi conta veramente, con lo spirito giusto di chi, come Don Bosco, sa sfruttare ogni attimo, perché prezioso.

E forse, mai come quest’anno, nell’emergenza, capiremo cosa significhi essere uniti in Cristo, e quanto siano importanti i legami coltivati.

Solo così potremo fare tesoro del nostro tempo, oggi senza scuse, sapendo che “una parte del tempo ci è strappata, un’altra sottratta, un’altra ci sfugge. Ma la perdita più vergognosa è dovuta alla nostra negligenza”(Seneca).

di Laura Scramoncin

Ricerca immagini a cura di Sandra Marcolongo