Quando si parla di amicizia, si intendono tante cose.
Un caleidoscopio con due immagini che, attraverso un lieve movimento, mutano dando origine ad infinite combinazioni, che sono tuttavia sempre una lo specchio dell’altra.
Generalmente l’amicizia nasce quando due persone provano simpatia reciproca, condividono gli stessi interessi, hanno gli stessi gusti, praticano lo stesso sport.
Si parlano, si ascoltano.
Due amiche, due amici hanno necessariamente un rapporto paritario, si confrontano, condividono esperienze ed interessi, imparano ed insegnano vicendevolmente.
Si comincia dalla scuola
L’ambiente che meglio di tutti favorisce la nascita dell’amicizia è sicuramente la scuola.
Con la Scuola dell’Infanzia bambine e bambini iniziano a confrontarsi con coetanei ed adulti non appartenenti alla propria famiglia e quindi la scelta di un amico è l’istintivo bisogno di protezione, di scoperta dell’altro, di condivisione di spazi e giochi.
Con il passare degli anni, quando i genitori diventano degli estranei agli occhi degli adolescenti, l’amico è colui che dona comprensione e solidarietà proprio perché vive e naviga nelle medesime acque turbolenti.
Perciò l’amicizia assolve a funzioni che la famiglia non riesce ad assolvere, migliora la qualità della vita e modella il senso di identità personale.
L’amicizia insegna come gestire i legami affettivi.
Attraverso le amicizie gli adolescenti imparano che nelle relazioni è necessario rispettare delle regole come quella della fiducia, della libertà, della solidarietà e sostegno reciproci.
Gli adolescenti intendono il rapporto reciproco come un legame molto forte nel quale ognuno deve necessariamente adattarsi ai bisogni dell’altro.
Per amicizia non si intende solo quella esclusiva tra due persone, ma anche quella di gruppo.
L’appartenenza ad un gruppo crea nell’adolescente un buon senso di sicurezza, aumenta l’autostima e può aiutare a controllare gli stati d’ansia.
Il ruolo della tecnologia nei rapporti di amicizia
Negli ultimi due anni ragazze e ragazzi sono stati fortemente penalizzati dalla mancanza di socialità e, come spesso capita nei periodi difficili, ciò che era cattivo può diventare buono.
Così l’oggetto diabolico che ogni genitore “misurava” nelle mani dei propri figli, si è trasformato nella finestra sulla vita che doveva necessariamente tenerli legati alla loro quotidianità.
Aiutati dalla tecnologia, che come un grande cerotto virtuale copriva la ferita, hanno imparato a comunicare on-line, con mille difficoltà ed enormi incertezze.
Possiamo tranquillamente dire che la tecnologia attuale ha salvato la necessità di amicizia di ragazze e ragazzi.
Una piccolissima testa coronata ha fatto un notevole sgambetto alla loro voglia di crescere in compagnia, al loro bisogno di libertà.
Ma ce la stanno facendo e quando finalmente tutto sarà finito, avranno spalle robuste su cui posare il peso della rivincita.