Il varco

C’è una foto che, esposta nella cappella del nostro Istituto, ha accompagnato il cammino quaresimale della comunità.

Da essa ci guardano due bambini, quasi schiacciati da un macigno che il terremoto dello scorso 6 febbraio è precipitato loro addosso.

L’obiettivo che li ha fotografati ce li mostra così: imprigionati tra le coperte di un lettino sfatto e il masso che incombe su di loro.

Due fratellini: lei, la più grande, protegge col suo corpo il più piccolo.

L’ha fatto per due lunghissimi giorni di buio, di privazione totale di contatti rassicuranti come quelli che un familiare o una qualsiasi altra presenza umana possono dare.

Nel video, che ha fatto il giro del mondo, realizzato quando i due bambini sono stati ritrovati, il braccio che ha riparato la testa del fratellino si muove con delicatezza e la mano scorre tra i capelli di lui, accarezzandoli.

Cosa avrà detto la sorellina al piccolino per confortarlo e per resistere insieme in tanto abbandono?

Che cosa li ha tenuti in vita?

Questa è la Pasqua

Nel buio più profondo del dolore, nel “distacco” dall’altro che ogni sofferenza provoca e nell’assenza di ogni prossimità che la morte comporta, un Altro veglia con amore accanto a noi e con il suo corpo spezzato fa da scudo alla nostra fragilità.

Tra le macerie delle nostre piccole o grandi disgrazie, delle nostre sconfitte, delle nostre incompiutezze, della nostra umanità, così friabile sotto i colpi duri della vita, è possibile un varco, un’uscita.

Il Signore Risorto ha riaperto per ciascuno di noi la strada della Vita.

La pietra del sepolcro è stata rotolata via, non ci schiaccia più.

Ciò che il Crocifisso Risorto ha fatto, egli ci invita a farlo a nostra volta, per i nostri fratelli, in nome suo, come testimoni del suo amore e messaggeri di speranza.

Questo è l’augurio pasquale da parte di tutte le suore del Don Bosco, che ogni mattina ricordano nella preghiera voi, cari ragazzi, genitori, docenti, collaboratori e le vostre famiglie.

La Direttrice, Sr Daniela Faggin