Chi avrebbe mai immaginato nella sua carriera scolastica una sospensione prolungata delle lezioni scolastiche per cause di forza maggiore e la trasformazione della didattica digitale? Probabilmente nessuno! Ma il momento che stiamo vivendo a causa dell’emergenza Coronavirus, ha modificato inaspettatamente anche il nostro modo di concepire e di fare scuola e anche l’Istituto Don Bosco ha dovuto adeguarsi .
Abbiamo compreso che la situazione non si sarebbe sistemata in tempi brevi, fin da subito la nostra scuola ha attivato delle modalità di didattica online: per mantenere la continuità scolastica è stato utilizzato come primo strumento il registro elettronico per l’invio di compiti e video lezioni, ma ben presto anche tale modalità si è rilevata poco soddisfacente per un motivo fondamentale, la mancanza di contatto umano. Mai come in questo momento si è compreso quanto vere siano le parole di Don Bosco e quanto la scuola, l’ambiente scuola, sia importante non solo per la formazione dei ragazzi ma anche per i legami personali che si creano e quanto il rapporto frontale sia significativo per il monitoraggio dell’apprendimento dei ragazzi.
Mai come in questo momento si è compreso quanto vere siano le parole di Don Bosco e quanto la scuola, l’ambiente scuola, sia importante non solo per la formazione dei ragazzi ma anche per i legami personali che si creano e quanto il rapporto frontale sia significativo per il monitoraggio dell’apprendimento dei ragazzi.
Sapere leggere i segni e i gesti
Due sono gli aspetti fondamentali che fanno delle relazioni interpersonali un ingrediente fondamentale per la nostra scuola: la natura intrinseca dell’uomo, fatta per interagire gli uni con gli altri e il pensiero di Don Bosco che alla base della missione educativa salesiana collocava proprio l’importanza delle relazioni. È infatti anche da un gesto, da un segnale non verbale, da un comportamento, da un’espressione del volto che si può fare scuola; e scuola è anche fatta nei momenti ricreativi che hanno la stessa importanza educativa delle ore di lezione in classe. Per questo una didattica a distanza, pur con tutta la migliore tecnologia non potrà mai sostituirsi pienamente alla scuola in presenza.
Una soluzione di compromesso che avrebbe permesso un incontro con i ragazzi, seppur a distanza, è stata individuata nell’adozione di una piattaforma di gestione di classi scolastiche virtuali e nella successiva realizzazione di un piano di lezioni online analogo a quello che veniva svolto in presenza. Il processo non è stato immediato poiché come prima cosa la segreteria ha dovuto creare per tutti i docenti e i ragazzi un account personale e in un secondo tempo è stata necessaria l’installazione della piattaforma e l’attivazione degli account con innumerevoli problematiche affini.
Il ruolo dei docenti: l’essere un team
Uno degli aspetti positivi e vincenti della nostra didattica digitale a distanza è stato sicuramente il lavoro di squadra tra docenti. Se già con la didattica in presenza avere un corpo docenti unitario che fa squadra e collabora è fondamentale per garantire una pianificazione omogenea delle attività, anche di carattere interdisciplinare, e per il raggiungimento da parte dei ragazzi di competenze trasversali, con la didattica a distanza il lavoro di squadra diventa fondamentale non solo nell’affrontare scelte condivise per esempio legate alla piattaforma da utilizzare, l’orario sincrono, le metodologie didattiche ma anche per il supporto che ci siamo reciprocamente dati nella fase iniziale per comprendere come utilizzare al meglio gli strumenti tecnologici che avevamo a disposizione.
La formazione
Scelta la piattaforma da utilizzare l’Istituto ha organizzato per i docenti degli incontri formativi sia per fornire tutte le indicazioni operative su come sfruttare al meglio questi nuovi strumenti tecnologici sia per comprendere come fare didattica digitale a distanza. Gli incontri spesso poi seguiti da prove pomeridiane tra colleghi hanno permesso di prepararci per affrontare poi la didattica online assieme agli studenti.
L’approccio con i ragazzi nativi digitali
Se per noi docenti il passaggio “forzato” dalla scuola tradizionale alla scuola digitale è stato sotto alcuni aspetti complesso per mancanza, in alcuni casi, di conoscenze e competenze informatiche, anche per i ragazzi il passaggio non è stato molto più lineare. Con dati alla mano l’indagine Icils 2018 (International Computer and Information Literacy Study) dell’Iea (International Association for the Evaluation of Educational Achievement), che ha coinvolto 46 mila studenti di 14 diversi sistemi scolastici (Italia compresa), dimostra che l’uso anche intensivo di strumenti digitali (tablet, smartphone, consolle e via dicendo) di per sé non garantisce lo sviluppo di competenze digitali sofisticate davvero utili per l’apprendimento. L’essere quindi nativi digitali non è un vantaggio nell’approccio alla didattica a distanza e anche gli studenti hanno avuto bisogno di una guida, soprattutto nelle prime fasi, per comprendere il funzionamento di queste tecnologie complesse e soprattutto per comprendere come organizzare le fasi di studio ed esecuzione compiti in modo digitale.
La scelta dell’orario ridotto
L’Istituto Don Bosco, ottemperando alle indicazioni del Ministero ha messo appunto e perseguito un orario scolastico di lezioni online tramite videoconferenze ridotto rispetto a quello in presenza rispettando una volta entrato in regime un orario pari all’80% del precedente cercando il più possibile di inserire pause tra un’ora e l’altra.
Come mai si sono ridotte le ore di lezione “frontale”?
L’istituto don bosco ha fatto la scelta su base di considerazioni pedagogiche legate alla capacità attentiva di un ragazzo che, posto in condizioni di uditore passivo, non è superiore ai 40’ e sui rischi derivanti da una permanenza prolungata di fronte ad uno schermo. Lo stesso Ministero nella nota informativa del 20 marzo 2020 per le scuole secondarie di primo e secondo grado fornisce ulteriori indicazioni precisando che” il raccordo tra le proposte didattiche dei diversi docenti del Consiglio di Classe è necessario per evitare un peso eccessivo dell’impegno on line, magari alternando la partecipazione in tempo reale in aule virtuali con la fruizione autonoma in differita di contenuti per l’approfondimento e lo svolgimento di attività di studio”.
In termini concreti la scelta che è stata fatta dall’Istituto è stata di modificare la mattinata tipo che in presenza solitamente era di 5 o 6 ore continuative di lezione, con lezioni intervallate da momenti vuoti in modo da permettere di riposare la vista.
Riduzione d’orario = riduzione di impegno?
La riduzione d’orario però non significa riduzione di impegno scolastico ma una diversificazione dello stesso che quindi prevede da un lato le lezioni in presenza, seppur a distanza, con confronto diretto tra alunni e docenti e dall’altro un apporto parallelo e complementare di video lezioni o lavori di approfondimento da eseguirsi in forma autonoma in momenti diversi della giornata.
Certo le difficoltà nell’affrontare questo tipo di impegno scolastico sono maggiori perché viene richiesto allo studente un approccio molto responsabile alla scuola, una gestione più autonoma dei tempi scolastici con l’obiettivo di impegnarsi per la propria formazione personale e per acquisire competenze sfruttabili anche nel futuro.
Un nuovo modo di progettare ed organizzare la lezione
La didattica digitale a distanza sincrona, quindi quella che si realizza con videoconferenze ha dei tempi e delle regole da rispettare diverse da quelle della didattica tradizionale e anche il metodo di progettazione delle lezioni non può essere uguale. Oltre alle conoscenze specifiche sono necessari un grande impegno didattico e creatività sia per stimolare interesse attraverso i mezzi audiovisivi, sia per sostenere un nuovo ritmo scolastico/casalingo, aiutando gli studenti a superare pigrizia e disinteresse, proponendo nuovi modi di relazione culturale.
Progettare una lezione online quindi non si esaurisce nel singolo incontro ma in un processo progettuale fatto di più passaggi: per la spiegazione in classe non basta la preparazione della semplice spiegazione poiché non possiamo fare affidamento sulla lavagna che è uno strumento fondamentale per focalizzare l’attenzione su parole o concetti chiave, è quindi necessario avere sempre un supporto per guidare la spiegazione che solitamente è una presentazione powerpoint o una mappa concettuale. Alla spiegazione consegue poi sempre l’elaborazione di un compito preparato appositamente per comprendere fino a che punto i ragazzi stanno seguendo la lezione e hanno compreso i contenuti. In ultima istanza viene solitamente realizzata una prova valutativa che differisce dal classico compito in classe poiché i tempi e le condizioni sono diverse: manca per esempio la pressione che c’è in classe, l’atmosfera di suspance e tensione che l’ambiente domestico essendo una confort zone sicuramente mitiga.
Alla luce delle considerazioni fatte, in termini pratici se per una lezione teorica in presenza la preparazione pomeridiana può essere di un paio d’ore, la progettazione e la concretizzazione di una lezione online necessita di almeno il doppio del tempo. Perché? Il motivo è legato alla necessità di pensare l’argomento adattandolo alla nuova forma di didattica, formulare una serie di supporti digitali che permettano di attirare l’attenzione degli alunni e che siano di facile ed immediata interpretazione. Cambia anche il rapporto con le consegne e i compiti per casa in quanto, non avendo un feedback orale costante, diventa di fondamentale importanza il controllo costante dei compiti assegnati in modo da intervenire tempestivamente su incomprensioni o difficoltà specifiche. E’ stato quindi ed è tuttora necessaria una riorganizzazione mentale dell’approccio alla didattica e anche dei tempi di lavoro. Nel grafico sottostante è presente uno schema molto semplice e semplificato che permette però di capire come cambia l’attività del docente da un modo di fare scuola all’altro
Non è stato semplice adattarsi a questa nuova didattica digitale a distanza e, pur essendo passato un mese, non è tuttora facile perché a noi insegnanti manca il contatto diretto che caratterizzava la didattica in classe. Mancano gli sguardi: di attenzione o di noia, di partecipazione, di critica, di distrazione; ed è quindi difficile riprodurre online quel linguaggio non verbale fatto da gesti e relazioni che rende la didattica un potente sistema di comunicazione e partecipazione.