Il nostro Istituto, anche quest’anno, ha aderito al “Viaggio della memoria”, un’iniziativa educativa di grande rilevanza storica e civile promossa dal Comune di Padova e da Progetto Giovani, con il fondamentale contributo della Fondazione Perlasca e della Comunità ebraica di Padova.

Il progetto ha lo scopo di sensibilizzare gli studenti sulle dinamiche storiche legate alla Shoah e alla memoria delle vittime, attraverso un viaggio preceduto da incontri di approfondimento.

Il nostro gruppo, formato da quattro studenti delle quinte, aveva il compito di rappresentare i Licei del Don Bosco e l’impegno di restituire la nostra esperienza agli altri alunni durante la Giornata della Memoria.

Il percorso preparatorio, strutturato in tre incontri obbligatori presso l’Archivio antico dell’Università di Padova e l’Auditorium Altinate San Gaetano, ha toccato temi quali le “Pietre d’inciampo” e le vittime del nazifascismo, con attenzione ad ebrei, internati militari e civili.

Questi momenti di riflessione hanno fornito strumenti per comprendere il significato profondo del viaggio, che va oltre la semplice visita storica.

Primo giorno – Domenica 12 Gennaio – Padova/Risiera di San Sabba/Budapest

Il nostro viaggio è iniziato con una visita alla Risiera di San Sabba, quella che un tempo era un semplice stabilimento per la lavorazione del riso è diventato, durante l’occupazione nazista, un campo di prigionia e smistamento, e l’unico luogo in Italia, dotato di forno crematorio, dove la brutalità del nazifascismo si è
manifestata in modo così diretto.

Nel pomeriggio siamo arrivati a Budapest e abbiamo iniziato a scoprire la città seguendo un percorso articolato sulle orme di Giorgio Perlasca, un uomo che, fingendosi console generale spagnolo, salvò la
vita di più di cinquemila ebrei ungheresi.

Secondo giorno – Lunedì 13 Gennaio – Budapest/Oswiecim

La giornata è iniziata con la visita al Monumento delle Scarpe sul Danubio, un’opera semplice ma potentissima: scarpe in ferro lasciate sulla riva, memoria degli ebrei assassinati e gettati in quello stesso fiume.

Leggere le parole di Perlasca mentre stavamo lì è stato come tornare indietro nel tempo.

La Grande Sinagoga di Budapest ci ha impressionato con la sua imponenza, e il momento più affascinante è stato il giardino dell’Albero della Vita, dove ogni ramo porta il nome di una vittima della Shoah.

È stato impossibile non sentirsi coinvolti dalla forza della memoria che quei luoghi trasmettono.

Terzo giorno – Martedì 14 Gennaio – Auschwitz/Birkenau

Siamo arrivati ad Auschwitz e Birkenau due dei campi di concentramento simbolo dell’Olocausto.

Il cancello di Auschwitz I, con la scritta Arbeit macht frei, è stato solo l’inizio di una giornata piena di emozioni intense.

I cumuli di scarpe, valigie e occhiali appartenuti ai prigionieri ci hanno fatto sentire la presenza di quelle vite spezzate.

A Birkenau, camminare lungo i binari che portavano alle camere a gas è stato come toccare con mano l’immensità della tragedia.

Le rovine dei forni crematori, i resti delle baracche e l’immenso campo che si estendeva davanti ai nostri occhi hanno parlato di un’umanità perduta, ma che non dobbiamo mai dimenticare.

Quarto giorno – Mercoledì 15 Gennaio – Vienna/Padova

A Vienna abbiamo visitato la Judenplatz e il Memoriale delle vittime della Shoah.

La scultura, che rappresenta una biblioteca con i libri rivolti verso l’interno, ci ha colpito per la sua semplicità e profondità: un simbolo di tutto quello che è stato perso.

Il viaggio della memoria: un’esperienza condivisa e indimenticabile

Non sapendo a cosa saremmo andati incontro e non conoscendo nessuno dei nostri compagni di viaggio, eravamo tutti incuriositi e un po’ intimoriti.

Ma dobbiamo dire che è stata un’esperienza che ci ha lasciato un segno profondo.

La visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau ci ha fatto provare emozioni che difficilmente riusciremo a dimenticare: sgomento di fronte alla disumanità di quegli eventi, dolore per le vite spezzate e una rabbia crescente nel constatare fino a che punto l’uomo può spingersi nella crudeltà.

Ma si è fatta strada anche una consapevolezza: quella della necessità di ricordare e di trasmettere questa memoria, affinché nulla del genere possa mai più accadere.

Ciò che ha reso tutto ancora più intenso è stato condividere queste emozioni.

Viaggiare insieme a ragazzi di altre classi e altre scuole, confrontarci dopo ogni visita e scambiarci pensieri e riflessioni ha dato un valore aggiunto all’intero percorso.

Ognuno di noi si è sentito coinvolto allo stesso modo e abbiamo capito che si può imparare dagli altri, grazie al loro modo di interpretare ciò che abbiamo visto.

Il cuore di questa esperienza è questo: noi siamo stati testimoni dal vivo di quanto successo e nel raccontarvelo vi stiamo passando un testimone metaforico: il dovere della memoria, il valore del confronto e l’importanza di impegnarsi per difendere i diritti umani.

È stato molto più di un viaggio: è stata una lezione di vita che porteremo sempre con noi.

Benedetta Leonardi 5A, Sebastiano Ongarello 5B, Francesco Saieva 5A, Alessandra Tiganu 5C