
Conosciamo insieme il “nuovo” volto della coordinatrice Prof.ssa Laura Scramoncin.
Prof.ssa Laura Scramoncin, oltre 20 anni di insegnamento di cui 15 passati al Don Bosco. Da dove nasce la passione educativa?
La mia passione educativa nasce fin da quando, all’oratorio della mia parrocchia come animatrice e catechista a contatto stretto con i giovani, ho potuto sperimentare cosa significa “accompagnarli” nella crescita umana. Dai loro pensieri, desideri, emozioni condivise ho potuto iniziare a creare una collaborazione viva fatta di fiducia e scambio, perché l’educazione crea una relazione umana di crescita anche per l’educatore. Avere il privilegio di accompagnare i ragazzi anche attraverso i momenti cruciali della loro vita, quelli in cui costruiscono la loro identità e immaginano il loro futuro, è stato decisivo nella scelta del mio futuro. Sin da quando ho iniziato ad insegnare, ho compreso che la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma una comunità dove si coltivano valori, relazioni e speranze.
Conoscere la figura di Don Bosco, la sua vita al servizio dei giovani, comprendere quanto li amava e sosteneva, ha ulteriormente rafforzato la mia decisione: il carisma salesiano, con la sua attenzione ai ragazzi e al loro mondo interiore, ha dato un significato ancora più profondo al mio lavoro, ispirandomi a mettermi al servizio di ogni studente con passione e dedizione.
Per me, l’educazione è un atto d’amore è una chiamata a lasciare un segno positivo nella vita dei ragazzi che ogni giorno mi vengono affidati.
Nuova coordinatrice didattica a partire da gennaio 2025, in pieno anno scolastico in corso: già qualcosa bolliva in pentola?
Essere chiamata a ricoprire questo ruolo in corso d’anno è stato sicuramente una sfida, ma anche un grande onore.
L’Ist. Don Bosco di Padova è una scuola viva, con ritmi e dinamiche consolidate che fortunatamente conosco già da anni. L’incarico di Vicepreside affidatomi nel 2017 e mai abbandonato, mi ha permesso di avere un punto di vista privilegiato che unito ad una preparazione coltivata negli anni, mi ha permesso di arrivare ad un avvicendamento sereno senza grossi “strappi”. Certamente il cambio è stato pensato e pianificato: sentivo che era arrivato il momento di mettere a disposizione la mia esperienza e la mia passione in modo diverso, più ampio.
Le emozioni sono state tante: entusiasmo per questa nuova avventura, responsabilità per il compito affidatomi e, non lo nego, anche un pizzico di timore. Ma ciò che prevale è la gratitudine: per la fiducia riposta in me e per la possibilità di contribuire, insieme alle suore del Don Bosco, agli altri coordinatori didattici, ai docenti, famiglie e studenti, a rendere la nostra scuola una grande famiglia in cui nessuno è escluso e tutti trovano il loro posto.
Come si sente nel raccogliere un testimone così importante, con la responsabilità di proseguire il lavoro svolto e portare avanti nuovi progetti?
Credo fermamente che il “Coordinamento Didattico” si basi sull’ascolto e sulla collaborazione. Ho grande rispetto per l’eredità dei miei predecessori, che hanno dato prestigio e stabilità alla scuola, desidero mantenerne i valori fondamentali: senso di responsabilità e solidità organizzativa. Al tempo stesso, intendo promuovere il lavoro di squadra ad ogni livello. Un Consiglio di Presidenza che possa essere da riferimento per i coordinatori di classe, i capi dipartimento, ma anche per i genitori e ragazzi.
Credo che la forza della scuola stia nella coralità di intenti e nella capacità di unire tradizione e innovazione. Il mio obiettivo è creare una comunità scolastica in cui tutti – studenti, docenti, famiglie e staff – si sentano parte attiva di un progetto educativo volto al futuro, senza mai perdere di vista i valori che ci guidano.
Molti sono i progetti in cantiere, alcuni potremo realizzarli già in questa seconda parte dell’anno, come ad esempio: lo sportello di ascolto per i ragazzi del liceo, oppure le giornate di orientamento per gli studenti dei due gradi scolastici.
Altre proposte già in cantiere invece le attiveremo da settembre.
Qual è la sua visione per il futuro della scuola, e in particolare del Don Bosco di Padova?…
La mia visione della scuola, anche in un’ottica di futuro, è quella di un istituto che unisce eccellenza accademica, innovazione tecnologica e un profondo rispetto per le diversità individuali. Ogni indirizzo deve trovare il proprio spazio per esprimere al meglio il suo potenziale, con un focus specifico sulle competenze richieste dal mondo contemporaneo.
Per il Liceo Scientifico, immagino un approfondimento delle discipline STEM con un approccio critico e interdisciplinare, ma non solo, uno sguardo più attento alle capacità argomentative e linguistiche che permettano di rispondere alle esigenze di un contesto universitario. Il Liceo delle Scienze Applicate è e potrà ancor di più, essere un laboratorio di sperimentazione, mentre il Liceo Linguistico della Comunicazione Digitale dovrà continuare a formare studenti capaci di comprendere e usare i nuovi linguaggi globali.
… E le nuove tecnologie?
La tecnologia deve essere uno strumento al servizio della scuola e dell’educazione e non viceversa, per potenziare l’apprendimento e non un fine in sé. Intendo promuovere progetti di robotica, di fisica, multimediali e di comunicazione digitale che stimolino la creatività e il pensiero critico degli studenti. Inoltre, investiremo nella formazione dei docenti per un uso consapevole e avanzato delle tecnologie, anche alla luce delle nuove discipline (ad es. AI).
Quali sono le priorità che intende perseguire nei primi mesi del suo mandato?
Quindici anni fa quando arrivai in questa scuola, una mia piccola alunna di prima media, appena entrai in classe, mi chiese: “Ma tu mi ascolterai? Perché per me è la cosa più importante!”. Non ho mai dimenticato quella ragazzina che oggi, già nel mondo del lavoro, viene a trovarmi spesso ricordando quanto importanti siano stati, oltre alla preparazione scolastica, i momenti di “buongiorno” e di scambio avuti con lei.
Nei primi mesi, la mia priorità sarà quindi costruire una base solida di ascolto e dialogo. Personalmente, ritengo che il compito di una scuola sia quello di essere una famiglia allargata, dove ogni ragazzo può sentirsi ascoltato, supportato e stimolato a dare il meglio di sé.
Incontrerò la comunità di suore, le famiglie, i ragazzi e i docenti per ascoltare e capire le esigenze dalle quali partire per progettare i diversi interventi educativi.
Fondamentale sarà la collaborazione con la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Don Bosco, poiché condividiamo la stessa visione di educazione integrale. Lavorerò insieme a loro per assicurarmi che, oltre alla preparazione scolastica, i nostri ragazzi abbiano opportunità per sviluppare la loro dimensione affettiva, spirituale e sociale.
Il nostro obiettivo comune è che ogni studente esca da questa scuola non solo preparato per il futuro, ma con una solida identità, frutto di un’educazione integrale.
Siamo alle ultime battute; per questo le chiediamo se vuole condividere un piccolo pensiero, d’augurio verso la nostra comunità educante del Don Bosco di Padova?
In questo periodo di crescita, dove ogni ragazzo esplora la propria identità e i propri limiti, è fondamentale che scuola e famiglia lavorino insieme per offrire un ambiente sicuro e stimolante. Auguro a tutti gli studenti e alle loro famiglie un percorso ricco di opportunità, in cui il dialogo, il sostegno e la comprensione reciproca siano i pilastri del loro sviluppo, sia emotivo che scolastico. Insieme, possiamo crescere e costruire un futuro migliore per i nostri giovani.