Nella Scuola Primaria Don Bosco il percorso per stabilire delle buone basi per padroneggiare il metodo di studio, inizia dalla classe terza e interessa non sono gli alunni, ma anche i genitori e gli insegnanti.

Al Don Bosco la formazione per insegnanti e genitori è curata da Fiorella Castegnaro, formatrice dell’Associazione Italiana Dislessia, che organizza incontri volti a fornire spunti di riflessione e strumenti pratici che possiamo mettere a disposizione dei bambini per facilitarli nello studio.

Ma cosa significa “ studiare bene”?

Per studiare in modo efficace, non basta leggere o ricordare a memoria, ma sono molti i fattori che influiscono nella buona riuscita di questo complesso compito.

Oltre a queste abilità infatti, occorre ricorrere a supporti che facilitino la comprensione e la memoria, recuperare le informazioni al momento giusto e farne un uso adatto alla richiesta del compito, saper fare collegamenti con argomenti svolti in precedenza, controllare ciò che si è capito e curare le modalità espositive.

Questa serie di operazioni, che rappresentano il corredo indispensabile per avviare gli allievi ad uno studio efficace, richiedono l’attitudine a sostenere non solo uno sforzo cognitivo prolungato, ma anche le capacità motivazionali e di autoregolazione.

L’approccio al testo finalizzato allo studio, inizia con la fase di pre – lettura, in cui l’alunno inizia ad orientarsi nell’argomento facendosi un’idea generale. Le segnalazioni sul testo come titoli, sottolineature, domande-stimolo e immagini, aiutano a costruirsi uno schema anticipatorio, sviluppando allo stesso tempo un approccio riflessivo.

Durante la fase di lettura vera e propria, focalizzata alla comprensione dei contenuti, l’alunno è chiamato a trasformare la sequenza di informazioni in un’organizzazione concettuale significativa.

A tale scopo, fra gli strumenti più efficaci per svolgere un lavoro costruttivo sul testo, viene attribuito un ruolo importante alle mappe concettuali, ovvero una rappresentazione in forma spaziale di parole-concetto, in cui sono evidenti le relazioni tra di esse attraverso parole-legame.

L’uso della mappa concettuale ha l’obiettivo di sviluppare negli studenti la capacità di costruire connessioni tra i concetti da apprendere; non presuppone dunque un apprendimento meccanico o per memorizzazione, ma si tratta di una forma di apprendimento significativo in quanto l’allievo viene impegnato attivamente nella costruzione di significato di ciò che sta imparando. Stimolare gli allievi a rappresentare mappe, promuove così un apprendimento per comprensione.

Nella fase di post-lettura l’alunno è chiamato a perfezionare il suo apprendimento creando collegamenti con le conoscenze apprese in precedenza.

A tale scopo, è utile e funzionale che lo studente cerchi di simulare una prova prevedendo possibili domande e curando le modalità espositive.

Capita talvolta di restare sorpresi osservando i modi in cui un bambino affronta lo studio di un argomento, poiché siamo portati a confrontarli con le nostre modalità.

In realtà, la preferenza a certe strategie di lavoro e di elaborazione del testo è di frequente una questione di stile cognitivo.

Per sviluppare negli allievi un approccio versatile nell’impiego di strategie per lo studio, è necessario proporre vari tipi di richieste didattiche, al fine di venire incontro ai diversi stili di pensiero.

(Diario di scuola, Daniel Pennac, Feltrinelli,  2008)

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”.

Come dice Daniel Pennac nella citazione di cui sopra, ogni bambino comprende, rielabora e argomenta, ossia studia, in maniera differente. Il nostro compito è quello di aiutarli a scoprire le strategie più efficaci allo studio, individuare debolezze e punti di forza e sostenerli ogni volta che si trovano davanti a compiti che li mettono in difficoltà.