Posso? È libero?

Negli ultimi viaggi in treno (e treni sovraffollati) mi è capitato di vedere e rivedere scene di persone in piedi che rivolgono questa domanda davanti a sedili pieni di borse e valigie.

Durante l’ Avvento ci siamo chiesti: ma perché non accorgerci noi in primis senza che sia chiesto se il posto c’è?

Così questa domanda ha accompagnato il cammino verso il Natale nel nostro Liceo, che ha voluto volgere uno sguardo più profondo alla città che tutti abitiamo per coglierne risorse e bisogni, anzi, doni e appelli.

L’abbiamo fatto a partire da chi già nella nostra scuola è impegnato con la Comunità Sant’Egidio su più fronti: è stata infatti l’occasione per stringere ancora di più l’amicizia che già da anni ci lega a lei e per farci toccare con mano di quanta generosità siamo tutti capaci, perché quello che è successo al Don Bosco in queste settimane è stata un’invasione di bene e di disponibilità.

Passaparola

Un passaparola che ha avuto un centro chiaro: c’è un bisogno, che facciamo?

Io metto questo pezzo… e tu che pezzo puoi mettere?

E così un meraviglioso intreccio.

Sembra come aver riscritto le prime pagine del Vangelo dove si racconta che la giovane Maria, seppur incinta, trova le porte chiuse.

Invece noi qui abbiamo sperimentato la bellezza delle porte che si aprono per guardare al di là di noi stessi.

Si sono aperte le porte dei ragazzi, delle famiglie, delle nostre portinaie, dei professori, della comunità religiosa, dei corsisti dell’università… ognuno offrendo un dono prezioso, quello che poteva.

Sono state porte non chiuse a chiave e blindate per stare rintanati al sicuro, ma aperte e accoglienti.

Il passaparola come chiave e segreto.

“Noi possiamo poco, ma proprio perché sappiamo cosa significa essere aiutati, quanto prezioso sia in certi momenti, quel poco lo condividiamo.

Quindi se c’è da dare una mano, noi ci siamo!”

Felice questa famiglia che salutando in una di queste giornate a conclusione delle nostre iniziative ha pronunciato queste parole: abbiamo raccolto coperte per senzatetto, materiale scolastico per i bambini della Scuola della Pace, sciarpre, guanti, cappelli e organizzato una cena solidale con alcuni poveri di Padova.

Perché dirlo e farne un articolo?

Perché ci sia posto per raccontare non solo i problemi che ci attanagliano, ma anche il bene di cui tutti siamo capaci, quel bene che fa bene e ci ha fatto esclamare “Rifacciamolo ancora!”