Qualche anno fa Papa Francesco pose attenzione a questo tema durante un
discorso domenicale rivolgendosi ai fedeli e alle famiglie che riempivano Piazza San Pietro, focalizzando l’attenzione sulla necessità di trasformazione dei nostri spazi di vita e di quotidianità, nei quali spesso media e cellulari tolgono spazio al confronto e all’intimità della famiglia.


Coinvolti in primis nel processo educativo dei figli, da genitori è importante non sottovalutare l’importanza del dialogo e della condivisione delle esperienze che come esseri umani siamo portati a vivere.
La domanda dalla quale partire può essere forse “In famiglia so comunicare?”

I nuovi media e l’iperconnesione portano sempre più i singoli individui a vivere proprio come singoli: si condivide la stessa casa, la stessa stanza, spesso la stessa tavola, ma ciascuno non è del tutto consapevole della presenza dell’altro e ciascuno interagisce con l’altro sempre più prediligendo canali astratti che spesso non sono fatti di toni di voce, sguardi e corporeità.

La famiglia è la prima palestra sociale e la sensazione è che, anche nel luogo
privilegiato quale è, le buone prassi per la costruzione di relazioni profonde
stiano lentamente venendo meno.
La comunicazione in famiglia è tesoro prezioso: va protetta, custodita, allenata, guidata dagli adulti e mantenuta viva attraverso il sapere reciproco.
Ecco quindi alcuni piccoli spunti utili a poter riflettere sul nostro modo di stare insieme e di comunicare.

Usare bene la tecnologia, specie in famiglia

Dosiamo l’uso di tecnologie in famiglia, poniamo limiti e diamoci
una regola sul loro utilizzo (ad es. “Mentre siamo a tavola i cellulari li lasciamo in un’altra stanza” oppure “I videogame si utilizzano in un tempo definito e pattuito con gli adulti”).
Ps: ricordiamo che siamo noi adulti e guidare la nave; diamo l’esempio da
capitani autorevoli! 🙂

Creare regole condivise in famiglia

Chi lo ha detto che una regola debba necessariamente essere imposta per essere una buona regola? Perché invece non co-costruire regole familiari tutti insieme, arrivando qualche volta a compromessi? Sarà sicuramente più semplice rispettarle. Pattuire alcuni aspetti con i bambini e i ragazzi li aiuta ad essere consapevoli del loro essere agenti attivi della vita in famiglia.

Chiedere ai bambini come stanno

Appena li vediamo dopo il lavoro o al rientro da scuola chiediamo “Come
stai?”, e non “Com’è andata a scuola?”. Spesso ci fermiamo al piano del fare ma l’essere ha di gran lunga più bisogno di ascolto.

Saper dire “NO” in famiglia

Non tutto giova a noi e ai nostri figli.
Il “no” porta con sè un grande potere e insegnamento, ovvero quello del “spesso non posso ottenere tutto ciò che desidero”. Insegna a tollerare la frustrazione del “non aver ottenuto” e allena il desiderio di poterlo ottenere.

A volte tuttavia si è spaventati dalla reazione ai nostri no, ma provate a pensare: a voi hanno sempre detto “sì” a tutto?

Usare parole gentili

Don Bosco diceva

“non con le percosse, ma con la mansuetudine”

Ciò che comunichiamo in modo violento e aggressivo può essere comunicato con tranquillità ed efficacia attraverso un linguaggio ed un tono di voce più dolce e confortante. Chi parla può esprimere in modo autentico ciò che ritiene e chi ascolta sarà più predisposto all’ascolto.